giovedì, settembre 03, 2009

Sentirsi a casa...


Aprire la porta di casa... e ritrovarsi!

Basta poco per sentirsi a casa, bastano piccole tracce di noi: un oggetto, un colore predominante, un profumo...
Ma spesso succede che veniamo risucchiati dalle mode e dalle riviste patinate, e preferiamo intraprendere la strada semplice del prodotto preconfezionato, perdendo di vista l'insieme, come se un mobile potesse sostituire il concetto di "abitare".
ABITARE significa identificarsi con un luogo, significa riempirlo della nostra essenza!
Si parla tanto di Architettura Sostenibile, ma per molti sembra un concetto lontano, e spesso irrealizzabile in un immaginario fatto di case fascinose dotate dei migliori confort (risparmio energetico, materiali ecologici, pannelli solari, ecc), ma non è solo così... Esiste un' ECOLOGIA dell'ABITARE che può essere realizzata da chiunque, perchè se è vero che i nuovi concetti partono dal rispetto per l'individuo, quale migliore forma di rispetto riuscire a soddisfare dei bisogni in chiave fortemente personalizzata?
Realizzare un piccolo appartamento, può avere le stesse valenze concettuali di una casa isolata e immersa nel verde... Sicuramente non avrà lo stesso risultato formale, ma la sua "regola" sarà la stessa. Ad essa si potrà apportare lo stesso concetto di Benessere che, a prescindere da quello tecnologico, sarà prima di tutto esistenziale, sarà il luogo nel quale ci riconosciamo!
Ciò che bisogna fare è progettare Luoghi Sostenibili, perchè qualunque sia la loro dimensione andranno a soddisfare i bisogni di qualcuno!

2 commenti:

elena ha detto...

Ciao Giada, non posso che condividere i concetti che hai espresso nel post. La casa è veramente un organismo vivente da nutrire con la nostra energia e con le cose delle quali ci circondiamo. Peccato che spesso siamo pigri e ci lasciamo tentare dalle soluzioni già pronte, mentre dare attenzione ai nostri veri desideri regala quel tocco di autenticità e calore che rende veramente nostri gli ambienti. Ancora una volta vale la regola: meno oggetti, ma più emozioni, non parlo di minimalismo, ma di scelte fatte con il cuore. Buon lavoro, aspetto con interesse le prossime puntate!

Arch.Giada METE ha detto...

Cara ELENA, che bello trovarti nel mio blog...Ti ringrazio per avere compreso lo spirito che aleggia da queste parti! E' vero la pigrizia è cattiva consigliera, ma spesso ciò che ci blocca è la paura di non essere all'altezza, e dei giudizi altrui... E per tornare al mio lavoro, questi sono muri da abbattere, e si sa nelle ristrutturazioni demolire costa di più che costruire! Ma confido molto nel fatto che i muri personali c'è li demoliamo da soli e spesso a mani nude...vogliamo mettere la soddisfazione nel momento in cui riusciamo a vedere quel mondo meraviglioso che ci eravamo preclusi?

A presto
GIADA